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L'ideologia del Denaro
Tra psicoanalisi, Letteratura, Antropologia
di Adriano Voltolin

Recensione di Eva Gerace

 

Molte discipline sono interessate al concetto di denaro: l’antropologia, la filosofia, la teologia, la psicoanalisi e, soprattutto, la politica e l’economia.

L’ideologia del denaro è un libro di somma attualità: in un’epoca di consumismo estremo, in cui i limiti si oltrepassano costantemente, dove tutto sembra essere possibile, le macchinazioni di una società strisciante e senza scrupoli hanno effetti devastanti sul singolo soggetto. Affrontando un tema così concomitante, il libro mostra come, in un'epoca di crisi, segnata dalla quasi totale assenza di regole, capaci di governare i meccanismi economici, il funzionamento dell'economia reale perda significato civile e sociale e si avvicini sempre più alle pulsioni individuali che, come Freud aveva detto, sono, in quanto tali, incontrollabili. I cinque contributi raccolti di Adriano Voltolin, Rolf Haubl, Claudio Widmann, Lorenzo D'Angelo e Franco Romanò, indagano dal punto di vista della psicoanalisi, della letteratura e dell'antropologia le fantasie di ricchezza illimitata generate dalla dominante ideologia del denaro.

Possiamo trovare diversi principi, nella lettura di questo libro: Freud ha connesso i soldi alla fase anale. In una lettera a Fliess, Freud situa il nesso tra un tratto del carattere, l'avarizia, il denaro e le feci.

Le pulsioni del trattenere e dell’espellere e le dinamiche di gratificazione e/o potere, si trasferiscono, simbolicamente, sul denaro. Quante volte abbiamo sentito dire: “Denaro, sterco del demonio”.

Proseguendo con una lettura psicoanalitica, sulla pulsione anale, sappiamo che l’eccesiva tendenza alla pulizia, l’ordine, l’avarizia, l’ostinazione fino alla caparbietà, la propensione alla collera e alla vendicatività sono “formazioni reattive” contro l'interesse per le feci. Mostrano così il loro erotismo anale.

Gli autori, hanno appreso l’importanza della scoperta di Freud, il quale già dal principio della sua pratica terapeutica aveva ritrovato, per esempio, come molte costipazioni intestinali sono sciolte dal lavoro psicoanalitico quando si prende in esame il complesso del denaro.

La lettura confortante di questo libro ci ha fatto ricordare Lacan quando ha detto: “È probabile  che il primo significato a cui si estende l'interesse per le feci non sia l'oro-denaro, dove è evidente il gioco significante, anzi il regalo”.

Avendo presente che alla base del meccanismo sociale dello scambio, studiato da economisti e filosofi, da Smith a Marx, c'è, per Marcel Mauss, il dono, il quale, secondo questo autore, non e gratuito o disinteressato e istituisce l'obbligo di ricambiare, stabilendo così il debito per chi ha ricevuto il dono. Gli autori, che hanno fatto molteplici letture, sostengono non solo come il simbolismo specifica la condizione umana, bensì, al modo di Mauss, rivelano nel loro percorso, come questo fenomeno sociale si sostenga attraverso della dinamica dello scambio, del dono e del debito e come parte in questa condizione simbolica si trovi il problema del denaro.

Da questa visione, di conseguenza, il tema del denaro è molto specifico, pertanto rialza la questione simbolica del suo impiego. L’Ideologia del denaro, ci permette di approfondire l’approccio della psicoanalisi, dell’antropologia, della sociologia e della letteratura riguardo al denaro.

Fino oggi eravamo attenti a capire come le pulsioni influiscono il soggetto, la particolarità rilevante di questo libro è che permette una lettura inversa: come il denaro influenza le pulsioni. Anche l’amore, i rapporti in genere, la vita.

Il libro mette in guardia sul fatto che nella società delle merci, il denaro, oltre che come equivalente generale nella struttura economica, diventi anche il mediatore simbolico principale dell'acquisizione del mondo da parte degli individui e del loro legame sociale, innescando la dinamica dell'alienazione e della colonizzazione mercificata della vita. Così, ci spiegano gli autori, il denaro passa a confrontarsi con le estensioni principali del sapere e del potere.

La preoccupazione degli autori è farci intendere il peso dei soldi, il quale, anche se non se ne parla, e precisamente per questo è così tanto poderoso, giacché hanno addirittura un’eroticità uguale al sesso… alcuni dicono perfino di più. Il denaro è l'oggetto per eccellenza e ha la capacità di impadronirsi di tutti gli oggetti, incluso l'uomo, ridotto a merce, a forza-lavoro. Non a caso, Claudio Widmann, nel suo saggio scrive: “Il senso della crisi e la crisi del senso”, e parla “Del vendere l’anima” e del “Valore del denaro, i valori dell’uomo”.

Penso che il libro ci voglia far riflettere sul fatto che, se il problema morale di oggi è sul potere (potere illusorio, che permette il dominio di uno sugli altri) che dà il denaro, la pulsione di morte appare anche nell’amore per il denaro: più un soggetto rimane bloccato dalla frustrazione, più sogna di arricchirsi economicamente.

Secondo gli autori, lo stato attuale del pianeta conferma le diagnosi di Freud e di Keynes. La globalizzazione, tutt'altro che inoffensiva, ha originato conflitti armati già anticipati da Freud quando parlava del "narcisismo delle piccole differenze".

Ci sono persone che non vogliono porsi la domanda vera, quella che potrebbe aprire la paratia che dà accesso alla verità dell’essere: è necessario coraggio per poter lasciare le illusioni, scegliere di navigare, accettando le differenze.

Sovvertimento dei valori “capitalizzando” un’analisi, sembrano dirci, in atto, gli autori. Il pensiero di Lacan sul denaro ancora la relazione analitica a uno scambio che implica un prezzo da pagare. Se il denaro ha sempre a che vedere con il debito inconscio, nella cura si verifica che alcuni soggetti non vogliono mai regolare i loro debiti, mentre altri pagano sin troppo, anche con la loro persona. Per le sue inibizioni, frustrazioni, il soggetto, si posiziona come merce per il godimento del’Altro. Il libro, L’ideologia del denaro ci consente di capire il ruolo dell’uomo di oggi come merce.

Pensiamo, che un concetto basilare che gli autori intendono esplicare sia che la psicoanalisi sostiene una prassi di lavoro diversa da quella sostenuta dalle pratiche che fanno riferimento al falso metodo del mercato, dove il denaro è il principio simbolico negoziatore. Lo psicoanalista non riceve né per amore né per amicizia. La funzione del denaro nell’analisi è molto specifica, con il pagamento si sostiene un distacco, l'analizzante paga per poter avverare l'incontro con l'enigma della sua stessa parola, oltre alla sofferenza che l'ha portato a domandare un'analisi. Lacan lo dice a modo suo: si deve pagare con una propria libbra di carne, il soggetto deve accettare di perdere qualcosa per poter realizzare il cambio di posizione soggettiva. La psicoanalisi propone che il soggetto subisca una perdita, il contrario di quello che propone la voracità del mercato. L’analizzante paga per una perdita, prezzo simbolico per un lavoro che dia la possibilità della costruzione del fantasma inconscio.

 

Il libro L’ideologia del denaro. Tra Psicoanalisi, Letteratura e Antropologia, consta di un’introduzione e cinque saggi:

  • “Un desiderio imperioso e insaziabile”. Note psicoanalitiche sull’avidità di denaro. Di Adriano Voltolin

  • “Il denaro governa il mondo – esterno e interno”. Di Rolf Haubl

  • “Il senso della crisi e la crisi del senso”. Di Claudio Widmann

  • “Il duro lavoro e i soldi veloci” – L’economia occulta dell’estrazione miniera in Sierra Leone. Di Lorenzo D’Angelo

  • “Il cesello arrugginito”. Il denaro nelle rappresentazioni letterarie. Di Franco Romanò

Nell’Introduzione, Adriano Voltolin, ci presenta gli studi degli altri autori.

“Quello che Franco Romanò stesso e Claudio Widmann ci fanno notare è che un arricchimento infinito e ottenuto senza fatica, per magia, lo si ritrova anche in favole e leggende popolari antichissime”. Arrivando a una conclusione, non tanto allettante, su quello che la clinica psicoanalitica oggi induce a vedere: “le strutture nevrotiche siano ormai più rare di quelle che presentano ampi settori di funzionamento psicotico”. Quando ci introduce il lavoro di Lorenzo D’Angelo, Voltolin spiega che “I diamanti sono custoditi, dentro la terra, da demoni che possono vendicarsi su chi li strappa alla naturalità della loro condizione”. “Il denaro ottenuto velocemente e in misura relativamente straordinaria, evoca una colpa che è tanto più difficile da controllare quanto maggiore è il desiderio di avere sempre di più”. E, continua Voltolin: “La de-moralizzazione della ricerca del profitto e la disinibizione del rischio di cui ci parla Rolf Haubl pongono indirettamente in luce questioni che sono di stretta attualità politica ed economica”.
 

Articolo: Un desiderio imperioso e insaziabile

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